I venti Etesi


I VENTI ETESI

Dal greco étos, anno, sono venti secchi che spirano da Aprile a Ottobre sul Mediterraneo Orientale, da ovest a est, dall’Egeo verso l’Egitto. Hanno il massimo della forza in luglio e agosto e spirano in senso inverso nei mesi invernali. Sono generati in parte dal carattere monsonico della circolazione fra le masse d'aria calde dell'Asia Minore e quelle fresche del Mediterraneo, e in parte all'anticiclogenesi sui Balcani.

LA LEGGENDA DELLA NASCITA DEI VENTI ETESI

Si dice che in Tessaglia, al tempo degli uomini antichi, una donna di nome Cirene pascolava le greggi, e aveva carissima la propria verginità e il letto mai toccato da un maschio. Ma la rapì Apollo e la affidò alle ninfe che hanno sede in Libia, presso il Mirtosio. Qui partorì un figlio di Apollo: Aristeo. Il dio, per amore, rese Cirene una ninfa cacciatrice, immortale. Al figlio cresciuto, le Muse diedero una moglie, gli insegnarono la medicina, l’arte dei vaticini e a custodire le greggi. Un giorno Sirio, dal cielo, bruciò le isole del re Minosse. Il tempo passava e non si trovava rimedio al flagello, allora, per consiglio del dio signore dei dardi, venne chiesto aiuto ad Aristeo. Egli, ubbidendo al comando del padre, prese dimora in Ceo, costruì un grande altare in onore di Zeus, dio delle piogge e celebrò sopra i monti i riti per Sirio. Zeus ascoltò le preghiere e mandò i venti Etesi a rinfrescare per 40 giorni la terra. A Ceo i sacerdoti ancor oggi compiono sacrifici propiziatori.

LE ROTTE MEDITERRANEE E I VENTI ETESI

I venti Etesi soffiano regolari nel Mediterraneo, da ovest a est, durante il giorno, con la massima forza dal 10 luglio al 25 agosto circa, rendendo difficile la navigazione dall’Egitto e dalla Siria verso la nostra penisola. In epoca imperiale si approfittava, infatti, di questi venti per far rientrare le navi da Roma in Egitto e in Siria. Nelle rotte mediterranee grandi problemi venivano dai venti Etesi che soffiavano da Gibilterra verso l'Asia minore. Tutte le grandi rotte mediterranee convergevano verso Roma, verso Pozzuoli prima, e, in un secondo tempo, verso Ostia e da qui verso l’Urbe. La rotta più famosa era quella detta “del grano”, che raggiungeva Roma da Alessandria d'Egitto. Durante la stagione degli Etesi le rotte percorribili erano due, entrambe molto difficoltose e lunghe: una, che seguiva le brezze di terra e di mare che soffiavano sino a circa venti chilometri dalla costa; l’altra, che risaliva verso nord sino a Rodi e poi, a fatica, si dirigeva verso le regioni occidentali. In mancanza degli Etesi la navigazione seguiva una rotta mediana che passava a sud di Creta. Per fortuna dei naviganti, nelle regioni costiere d’estate le brezze di mare e di terra consentivano una certa navigazione. I Greci riconoscevano due periodi principali per la navigazione: il CHEIMON (periodo di brutta stagione) ed il THEROS (periodo di bella stagione adatto alla navigazione). Per i romani, invece, il periodo in cui era possibile navigare senza rischio era da maggio a settembre. Il periodo invernale, negativo per la navigazione era detto MARE CLAUSUM “mare chiuso”: si trattava di un periodo di tempo instabile in cui era impossibile prevedere le perturbazioni e le burrasche di violenza inaudita. Durante il mare clausum non si poteva navigare in alto mare, erano ammessi solo certi tipi di navigazione costiera e non viaggi commerciali su vasta scala, e, dunque, le navi stavano ferme a svernare in porti sicuri. Dopo questa data non erano più garantiti contratti di assicurazioni per eventuali naufragi o perdite di carico. Mentre, durante il periodo imperiale è lo Stato stesso che, per assicurarsi il trasporto di grano dall'Egitto, garantisce per i coraggiosi che rischiano i trasporti durante il periodo di “mare chiuso”.


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