IL SEAMASTER E I PIRATI


IL SEAMASTER E I PIRATI La goletta di alluminio Seamaster, di 36 m. era stata costruita per una spedizione antartica al polo sud, mai portata a termine. Era stata progettata per portare cani da slitta e attrezzature. Dotata di deriva a scomparsa totale, poteva galleggiare sul ghiaccio senza essere stritolata, grazie alla sua chiglia a forma di “coppa di champagne”, che la portava ad “emergere” sulla banchisa. Blake l’aveva acquistata dalla fondazione Jacques Cousteau e l’aveva modificata per destinarla a tutti gli oceani. Aveva fondato la Blake’s Expedition, per studiare l’inquinamento del mare e i mezzi pere farvi fronte. Aveva adottato come sponsor principale gli orologi Omega, per questo il nome della barca era Seamaster: il modello resistente al mare. Blake aveva girato per sei volte il giro del mondo a vela in regata Whitbread. La Whitbread è la regina di tutte le regate, la più pericolosa e la più difficile. Alla quinta partecipazione, nel ’90, col ketch Steinlager, Blake stravinse in tutte le tappe. Memorabile vittoria fu anche quella nella Coppa America del ’95. A bordo Blake dettava legge ma aveva ritagliato per se il modesto ruolo di grinder di randa. NZLD32 vinse con una sola sconfitta, perché Blake non era a bordo. La Nuova Zelanda gli ha dedicato il museo del mare di Auckland e ora lo inserirà pure sulle banconote nazionali. La notte del 6 dicembre 2001 Blake era ormeggiato in Brasile lungo il Rio delle Amazzoni, sente trambusto sul ponte della barca, sale in coperta con un fucile e alla vista dei pirati armati spara e ne ferisce uno alla mano, lo stesso che poi lo ucciderà con due colpi alla schiena “per legittima difesa”. I “Topos de agua” avevano rubato appena un centinaio di dollari. I PIRATI DI OGGI Preferiscono assalire le navi mercantili cariche di merci che possono poi rivendere. Ci sono però anche molti disperati, per lo più in cerca di cibo e alcolici. Le aree del pianeta più infestate di pirati sono quelle dove vi è guerra o grande povertà. La loro arma preferita è il Kalashnikov. La zona più pericolosa al mondo è il triangolo tra la costa di Bali e Singapore, il mar di Java, l’isola di Sumatra e la Malesia, dove miriadi di isolotti offrono infiniti nascondigli. Molti assalti a yacht si registrano anche al largo della costa dello Yemen e dell’Indonesia. Alcuni sono riusciti a sfuggire grazie ai radar che permettono di individuare le imbarcazioni in avvicinamento di notte e grazie ai telefonini satellitari che consentono di chiamare l’aiuto delle navi e degli elicotteri da guerra. In acque rischiose conviene navigare sempre in compagnia di più imbarcazioni. Munirsi di radar e telefono satellitare, tenere sempre il VHF acceso sul canale 16 e evitare le comunicazioni per radio, perché i pirati sono sempre in ascolto.


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