A CINQUE ANNI DALL’INCIDENTE DELLA “SIBILLA” LA RIVOLTA DEI COMANDANTI DELLA MARINA ITALIANA La Marina Militare acquisirà poteri di forza di “Polizia dei mari” contro i mercanti di esseri umani, ma nessun ufficiale è più disposto a impegnarsi in operazioni per fermare i clandestini. I comandanti della Marina italiana sono in rivolta dopo il rinvio a giudizio del capitano della “Sibilla”. I comandanti delle 8 corvette italiane sono tra i più preparati al mondo. Dopo aver affrontato selettivi studi di Accademia, acquistano il comando, dapprima di piccole unità e poi via via di navi sempre più grandi. Anni di imbarchi senza avere una dimora stabile sulla terraferma, una vita di sacrifici che può essere affrontata solo da chi ha un immenso amore per il mare. Il comandante della corvetta Sibilla aveva alle spalle 20 anni di comando di imbarcazioni di tutte le dimensioni, l’esperienza di tutte le guerre degli ultimi anni e di infiniti episodi delicatissimi. Un curriculum irreprensibile per una altissima professionalità in grado di condurre navi in tutte le condizioni. LA STORIA La Kater I era una vecchia nave militare albanese di 35 anni che veniva ORMAI USATA SOLO PER OPERAZIONI PORTUALI, perchè le precarie condizioni in cui versava rendevano pericoloso il suo utilizzo in alto mare. Lunga ventuno metri e larga tre e mezzo, ERA STATA RUBATA dai mercanti di clandestini per i loro traffici. Alle 15 del 28 marzo 1997, salpò dal porto di Valona riempita fino all'inverosimile. Era stata COSTRUITA, PER UN EQUIPAGGIO DI NOVE PERSONE E AL MOMENTO DELLA PARTENZA NE PORTAVA INVECE CIRCA CENTOVENTI. Il soprannumero rendeva precarie le condizioni di stabilità e il comandante era un pilota di pescherecci, non pratico di quel tipo di barca. Fu caricata di gente fino all'orlo e una grande folla rimase sul molo a imprecare all'occasione perduta mentre la nave prendeva il largo. Quel viaggio di quaranta chilometri era costato 800.000 lire a testa ai singoli e un milione e mezzo alle coppie. Alle 17,15 la motovedetta venne avvistata dalla nave Zeffiro della marina militare italiana. Vennero informati l'ammiraglio del Dipartimento Marittimo di Taranto che coordina le attività di pattugliamento in Adriatico e l'ammiraglio comandante del CICNAV di Roma, la sala operazioni nazionale. Dalla Zeffiro partirono diverse intimazioni a non proseguire, ma la Kater I continuò a tenere la prua verso le coste pugliesi. Il comando delle operazioni passò quindi alla corvetta "Sibilla", più agile e quindi più adatta a manovre di intercettazione ed eventualmente di arresto del natante. La "Sibilla" si portò due volte a distanza di megafono, a dritta della Kater I, cioè sulla destra, per intimare il dietrofront. A tal fine si avvicinò ad una distanza compresa tra i dieci e i venticinque metri. L'incidente si verificò durante il secondo tentativo: la motovedetta albanese effettuò una manovra spericolata, voltando verso destra e andando a finire nel moto ondoso e quindi sotto la prua della corvetta italiana, quattro volte più lunga e tre volte più larga, 1200 tonnellate contro le 56 della Kater I. L'ordine di indietro tutta fu immediato, ma non sufficiente a evitare l'impatto. OGGI Le polemiche ancora oggi riguardano soprattutto le regole di “ingaggio” adottate dalla Marina improntate all’harassment (azione di fastidio disturbo), previste dal codice di guerra NATO, che prevedono avvicinamenti alle altre imbarcazioni. Per i marinai la vita umana in mare è sacra. E la Marina Militare vanta al proposito una lunga tradizione di atti eroici. Le unità italiane in guerra, dopo aver affondato le navi nemiche ne prendevano a traino le scialuppe fino alla costa, a rischio della loro stessa vita. Prima di quell’incidente gli stessi militari Italiani avevano messo in salvo nel Canale d’Otranto migliaia di vite di clandestini, abbandonati in mare da scafisti senza scrupoli. Con tutto il dispiacere per le vittime dell’incidente del ’97 e con tutta la comprensione per la difficile situazione sociale esistente in Albania, È UNA VERGOGNA CHE A CAUSA DI DEI FUORILEGGE DEBBANO ESSERE MESSI SOTTO ACCUSA I MIGLIORI UFFICIALI DELLA NOSTRA MARINA! |