L'isola di Pantelleria e i pirati


Balàta dei Turchi: scoglio la cui conformazione di pietra piatta e liscia consentiva facili approdi a Turchi e Pirati.

Durante il periodo dei viceré di Spagna l’isola di Pantelleria venne depredata a lungo dai pirati.
La popolazione intimorita abbandonava i traffici marini per dedicarsi sempre più all’agricoltura. Era soprattutto la fama delle ricchezze della comunità ebraica presente sull’isola che attirava le sanguinose incursioni barbaresche.

Nel 1491 don Luigi Requesenz, cancelliere del regno di Sicilia, assunse il comando dell’isola con il titolo di "principe" e, per far fronte ai continui attacchi dei pirati, allestì una flotta di navi da guerra. Finalmente nel 1515 intercettò le fuste barbaresche del terribile pirata Solimano, che si accingeva ad attaccare l’isola. Nel sanguinoso scontro che ne seguì Solimano stesso perse la vita.

Negli anni a seguire si verificarono molte altre scorrerie ad opera di temibili pirati turchi che sbarcavano sull’isola.

Nel 1550 il grande ammiraglio Sinan assediò l’isola per tre giorni, mise a ferro e fuoco i centri abitati e infine ripartì carico di bottino.

Nel 1553 il terribile corsaro Dragut sbarcò con una flotta di 100 navi triremi. Più di 1000 Panteschi vennero catturati e portati via come schiavi.

L’anno più terribile che si ricorda è comunque il 1556, che vide sbarchi di Turchi pressoché tutti i giorni, che saccheggiarono e incendiarono quel poco rimasto in piedi nei centri urbani.
G.F.


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