
“IL VELIERO DEI DELFINI”
Un antico veliero del CTS Ambiente, Centro Turistico Studentesco, ha seguito i movimenti dei delfini lungo le nostre coste da luglio a settembre. A c’erano biologi, ricercatori e turisti.
Il veliero ha toccato i principali Parchi Marini Italiani, per promuoverne la conoscenza e per sensibilizzare la salvaguardia dei delfini e degli altri cetacei: dalla Riserva di Portofino all'Arcipelago Toscano; dai parchi sardi di La Maddalena e Tavolara alle isole di Ventotene e Ponza; dalle isole siciliane delle Egadi e delle Eolie alle Riserve Marine presenti nello Ionio e nell'Adriatico.
L'attività principale consiste nell'individuare i delfini, fotografarne gli elementi caratterizzanti, cioè pinne e dorso, e utilizzare gli idrofoni, particolari microfoni per
captare i suoni emessi dai cetacei. la localizzazione di uno stesso animale in aree diverse serve a tracciare una mappa dei movimenti migratori. "ogni primavera, nascono da quattro a sei piccoli, stanno sempre vicino alle madri fino ai tre anni d'età e vengono allattati per 18 mesi. Purtroppo, ne abbiamo trovati due morti soffocati in una rete da pesca e poi straziati dal motore di una barca". Ecco perché è urgente istituire zone di riserva integrale dove vietare pesca e accesso ai motoscafi. Il Veliero dei delfini spera di riuscirci.
Baby "V" e baby “'Banda grigia", i due cuccioli più giocherelloni, hanno dato il benvenuto ai ricercatori a bordo del “Veliero dei Delfini” con salti e capriole. Gli esemplari adulti si sono invece mantenuti a distanza di sicurezza anche se non hanno mostrato segni di paura ed è stato possibile fotografarli e registrarne le vocalizzazioni. L'imbarcazione, guidata dagli skipper dell'associazione “I Venturieri”, segue la rotta indicata sul sito www.cts.it.
L'iniziativa di censire e monitorare i delfini costieri navigando dal mar Ligure al Tirreno all'Adriatico ha dato buoni risultati. "Abbiamo individuato decine di delfini e raccolto numerosi dati sulle loro abitudini e sui comportamenti" spiega Alvise Zannotti, coordinatore del progetto. "Questo cetaceo è un bioindicatore dello stato di salute del mare: vive soltanto in acque non inquinate ed è minacciato sia dall'eccessiva attività di pesca sia dal traffico marittimo. Ecco perché è importante coinvolgere i pescatori in forme di turismo ecosostenibile come il whale-watching, l'osservazione di balene e cetacei”.
Questa iniziativa è destinata a diventare un appuntamento fisso delle prossime estati. Il prodotto finale della campagna sarà un vero check-up sullo stato di salute dei delfini dei nostri mari, che si ripeterà
ogni anno: un appuntamento fisso per tenere sotto controllo le varie popolazioni di delfini e insieme un modo efficace ed innovativo per avvicinare il grande pubblico ai temi della difesa del mare" ha commentato Stefano Di Marco,Vice Presidente Nazionale del CTS.
Grazie al “Progetto Delfino Costiero” varato nel 1995 dal Cts, che ha creato i centri di ricerca di Caprera e Lampedusa, i biologi hanno già catalogato circa 200 delfini e ne seguono gli spostamenti. "Lungo la costa sarda si possono incrociare una cinquantina di esemplari, di cui venti, quasi tutte femmine, presenti tutto l'anno" dice Alberto Fozzi, direttore del Centro Cts di Caprera.
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