
IL SATIRO DANZANTE
Al largo della Sicilia, nel 1998, il peschereccio “Don Ciccio”, nel ritirare le reti su un fondale di circa 500 metri ha la sorpresa di rinvenire con i pesci una statua di bronzo bellissima, probabilmente appartenente ad una nave naufragata lungo rotta tra Pantelleria e la Tunisia.
La statua in bronzo rappresenta un Satiro danzante, una figura mitologica, un demone facente parte del corteo orgiastico di Dioniso, il dio del vino. La statua doveva tenere nella mano destra il tirso, attributo di Dioniso e nella mano sinistra una coppa di vino.
L’opera molto grande, di circa 2,5 metri di altezza, potrebbe essere di età ellenistica, datata tra la fine del IV e il III sec. A.C.
Restaurata dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, la statua è stata riconsegnata al museo di Ma zara del Vallo (TP), appositamente ridenominato “Museo del Satiro”. Esposta alla Camera dei Deputati nel 2003 e a Tokio in Giappone nel 2005, è attualmente richiesta in tutto il mondo.
Dopo 2.000 anni negli abissi il satiro è tornato a danzare e a mostrare la bellezza dell’arte e della cultura greca.
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