Benvenuti
in InforMare
Rubrica di informazione del
Mare
A cura di Giovanni Musumeci
Dott. in Scienze Naturali
Esperto in Ecosistemi
Terrestri,
marini-costieri
(Vedi in basso il
CV)
OCCHIO ALLA MEDUSA
!
Le meduse, sono
celenterati a cavità raggiata, dette anche acalefe (da "akalephe", ortica, perché irritano la pelle)
sono composte da una delicata gelatina con composizione del 98-99% di H20. Chi
ha visto delle Meduse spesso, non ha visto le masse informi gelatinose, subito
"liquefatte" una volta arenate su una spiaggia. Anche quando, da una
barca, li osserviamo nell'acqua limpida, non si può non cogliere la grazia
meravigliosa delle loro frange e dei filamenti, l'agilità delle contrazioni
della loro ombrella che le fa muovere per "propulsione". Non solo è
difficile catturarle senza lacerarle, ma è perfino impossibile mantenerle vive
anche un solo giorno in un acquario. Tuttavia le conosciamo abbastanza per la
loro pericolosità durante il periodo balneare. Questi celenterati
primitivi con i loro filamenti, causano irritazioni cutanee dolorose non
appena si è sfiorati. Ma grazie, proprio a questi filamenti che catturano
le loro piccole prede, tramortendoli con le sostanze tossiche presenti nelle
cellule urticanti filamentose ( nematociti ).
Secondo studi eseguiti dai massimi
esperti, le invasioni delle meduse sarebbero da collegare ad un andamento ciclico che si ripete
ogni 12-13 anni circa.
L'ultima loro
apparizione si verificò nel 1992 e questo ci spiega la loro presenza numerosa
ad iniziare dall'estate 2003. Ma la loro costante presenza è stata documentata anche negli successivi fino ad oggi. Allora
cosa c’è oltre a questo ricorso bio-temporale? Secondo il massimo esperto
del settore, il prof. Ferdinando Boero docente di zoologia e biologia marina
dell’Università del Salento la presenza accentuata delle meduse (Pelagia
noctiluca) e delle altre specie
(Velella velella, Caravella portoghese) è
dovuta non tanto alla
mancanza di predatori quanto di assenza di competizione. Senza più pesci
in mare le meduse prendono il sopravvento.
E sulla
variazione di presenza di specie: «A volte una vince sull'altra». Tre gli
ordini di pericoli per la presenza massiccia di meduse: per i bagnanti, in
merito al rischio urticante; per i pesci, perchè le meduse mangiano le loro uova
e quindi si impedisce la riproduzione delle specie; per gli impianti che usano
acqua di mare, come le centrali nucleari. «È accaduto che in Israele e in
California - ha riferito Boero - la presenza enorme di meduse abbia bloccato
due centrali atomiche».
La rete di
segnalazione «Occhio alla medusa» ha
l'obiettivo di monitorare la situazione in tempo reale per cercare di creare
una mappa e studiare il fenomeno. «La campagna - ha spiegato Boero - è stata
ideata per far fronte alla carenza di dati sulla presenza di meduse nel
Mediterraneo. Il poster verrà distribuito negli stabilimenti balneari, nei
porti turistici, nelle capitanerie e nei laboratori di ricerca. Si chiede a
chiunque avvisti un banco di meduse di fare una segnalazione».
Dott. Giovanni Musumeci
Scienze Naturali
May 25 2008 Le regine dei mari Cassipea
Cotylorhiza Con l'arrivo della bella stagione, i turisti che affollano
le zone costiere si trovano spesso di fronte a banchi di meduse colorate, eleganti
nelle forme, ma anche temute per le loro punture. Le meduse, sono organismi pelagici e planctonici (ovvero
vivono in mare aperto, sospesi nella colonna di acqua) e alla deriva delle
correnti marine). Esse appartengono allo stesso phylum di coralli e
gorgonie, costituite per il 98-99% di acqua per questo si presentano con una
consistenza gelatinosa; la struttura dell'animale si articola in un'ombrella
semisferica, da cui si attaccano il manubrio ( apparato boccale) e di
tentacoli di diversa lunghezza. Questi animaletti urticanti sono dotati di cnidoblasti,
cellule che contengono nematocisti capaci di inoculare alla vittima il veleno
che gli stessi organismi producono. Anche se fastidiose per i bagnanti,le meduse nel loro insieme
offrono molto spesso veri e propri spettacoli della natura, per chi ha la
possibilità di osservarli. I cromatismi cangianti dovute alle diverse
inclinazione dei raggi di luce colorano il mare fino a trasformarlo in una
scenografia, dove le meduse sono le vere protagoniste per il loro elegante
danzare a ritmo della corrente. La concentrazione di questi banchi di meduse,
così numerosa in questi anni è da additare ai mutamenti climatici causati
dall'uomo. Il blooms o
fioriture delle diverse specie di
meduse, si sono sempre verificati in maniera ciclica, mentre la loro persistenza in talune zone è indice di uno
stress ecosistemico. Quest'ultimo generato sia
dal surriscaldamento globale della terra sia dalla pesca eccessiva dei grossi
pesci pelagici quali tonni, sgombri e spada, i veri predatori di questi
celenterati. Per non dimenticare le tartarughe e i delfini, pescati sempre più accidentalmente dalle reti
derivanti con conseguente alterazione delle fragile catena alimentare. Pelagia
noctiluca Pelagia
noctiluca Un tabù da sfatare è quello che associa le meduse al mare
pulito, in realtà se consideriamo le abitudini della specie Aurelia aurita la medusa quadrifoglio
non è così, infatti la troviamo in ecosistemi con un
alto impatto ambientale. Dott. Giovanni Musumeci Scienze
Naturali |
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May 10th 2008
i nudibranchi
Flabellina
rubrolineata
I nudibranchi
Piccoli molluschi di qualche centimetro, che assomigliano alle lumache di terra,
ma che vivono in mare ed hanno cromatismi sgargianti! Sono organismi marini tra
i più ricercati dai fotografi subacquei: si muovono poco, hanno colori
appariscenti e stuzzicano la fantasia del fotografo! Da dove deriva questa
livrea così evidente? E' una forma di adattamento , inoltre i nudibranchi in
questo modo cercano di farsi notare e "avvisare" il predatore: se
vengono mangiati producono sostanze inappetenti e tossiche! Il fatto curioso è
che anche se hanno questo aspetto appariscente, essi sono praticamente ciechi e
così per comunicare tra loro devono usare segnali di tipo chimico (odori).
Insomma, i colori sono un modo unico per comunicare solamente con i propri
predatori, che ci vedono benissimo! Questi molluschi non hanno una grossa
capacità di movimento e sono lenti. In effetti per procacciarsi il cibo non
hanno bisogno di compiere grandi spostamenti: sono estremamente selettivi per
un tipo di organismo, a seconda delle specie si nutrono, di briozoi o ascidie
(spugne). Si appoggiano su questi organismi e brucano piccole particelle come
fossero degli erbivori terrestri. La modalità con cui si ciba questo mollusco è
molto curiosa. All'interno della bocca ha un vero e proprio tubo, simile a una
proboscide, che a riposo sta dentro la bocca e quando viene il momento di
mangiare viene estroflessa e avvicinata alla fonte di cibo. Se quest'ultimo è
una spugna, la proboscide penetra nelle aperture della spugna (osculi) evitando
di erodere la parte esterna dura dell'organismo attaccato. Tramite la radula,
la lingua del mollusco ricoperta da dentelli simile ad una lima, intacca
direttamente le parti molli della preda staccando pezzettini che vengono
aspirati dalla proboscide. Dal punto di vista del ciclo riproduttivo, quasi
tutti i nudibranchi sono ermafroditi, cioè lo stesso organismo ha entrambi gli
organi sessuali. Si possono incontrare facilmente lungo i fondali della Costa
Viola a 10-15 mt di profondità immersi in un contesto naturalistico
inverosimile!! Quando il blu del mare
incontra la notte e diventa nero, la consistenza dell'acqua diviene
l'inconsistenza dell'infinito...
Giovanni Musumeci
08
Agosto 2006
Il Thunnus thynnus, è una
specie pelagica gregaria, compie lunghe migrazioni, spostandosi lungo le linee di costa nelle stagioni
calde. Il corpo è fusiforme piuttosto panciuto, le pinne, molto robuste, sono
adatte al nuoto veloce. La colorazione è blu scura sul dorso e grigio-argentata
sui fianchi. Può raggiungere i 3 m di lunghezza e i 450 Kg di peso, ed è uno
dei pesci ossei di maggior grandezza. Chiamato anche “tonno rosso”, per le sue
carni, dovute ai numerosi vasi sanguigni, conseguenza della potente attività
natatoria e massa muscolare. I tonni in un giorno possano coprire distanze di
oltre 200 km, con una velocità pari a 75-80 Km/h.La riproduzione avviene tra
giugno e la metà di luglio, e a volte
sino ad agosto; lo sviluppo sessuale è
raggiunto alla fine del terzo anno di età (quando hanno già la lunghezza di 90
cm). E’ un grande predatore: da giovane (nella fase larvale) si nutre di
plancton, mentre da adulto mangia cefalopodi, crostacei e altri pesci,
prevalentemente sardine. Il suo habitat
è il mare aperto e i fondali dei mari calmi e temperati, durante il
periodo riproduttivo, esso abbandona i fondali marini, si riunisce in banchi
spesso molto numerosi, che nuotano in prossimità delle coste dell’Africa
settentrionale, di quelle orientali e settentrionali della Sicilia e di quelle
occidentali della Sardegna, Calabria e Liguria. Da uno studio di monitoraggio
satellitare, si è arrivati alla conclusione che la specie è a forte rischio di estinsione lungo il canale di Sicilia e lo Stretto di Messina. Le cause sono
sempre, lo sforzo di pesca eccessivo con tonnare volanti in mare aperto
e il cambiamento dell’ecosistema mare dovuto agli stress do origine antropica
(inquinamento ). Il primo progetto (
IASP) appena concluso, ha evidenziato la tendenza tra i tonni a cambiare le
proprie rotte migratorie ogni 10 anni. Dalle analisi statistiche, delle serie storiche (1950-2005) si è riscontrato che le fluttazioni
decennali hanno interessato il canale di Sicilia (lo stretto) mar Tirreno, mar
Ionio e Ligure. Inoltre dalle osservazioni satellitari si è visto che i grandi tonni si dispongono in prossimità (0-20Km) dei flussi termici
e a distanze di 40-60 Km, mentre gli
individui di taglia più piccoli si pescano o sono avvistati a 0-20 Km
dalle zone frontali. Il progetto IASP, ha concluso il dott. Francesco
Bignami, ha evidenziato la stretta correlazione tra lo sforzo di pesca che il
mare può supportare, gli indicatori ambientali e il ruolo che ha l’attività di
ricerca per una gestione ecosostenibile della risorsa ittica.
Giovanni Musumeci
05
Luglio 2006
Gli organismo marini comunicano tra di loro in
diversi modi:attraverso caratteristiche danze ( loligo vulgaris, calamaro)
variazioni di cromatismi (polpo,seppia,calamaro) o sostanze chimiche ( meduse)
ma è straordinario il fenomeno delle bioluminescenza. Molti
organismi per mezzo di una sostanza chiamata luciferina dal latino
"portatrice di luce" emanano forme di luce che va dall'azzurro
all'arancione.Grazie a questi fenomeni che molti animali marini si
"accendono" come insegne di un bar! Ma a cosa serva la
bioluminescenza? Secondo molti studiosi, è un meccanismo di difesa dai
predatori, ma anche una tecnica per la ricezione trofica ( cibo) e del
partner nel periodo della riproduzione. E’ stato inoltre notato che maschi e
femmine di una stessa specie, per riconoscersi, emettono luce ad intermittenza
così da poter facilitare gli incontri a scopo riproduttivo. Succede così
nell’anellide marino del genere Odontosyllis
in cui sia il maschio che la femmina sono luminescenti durante il periodo
dell’accoppiamento: questi, raggiunte le acque superficiali dopo il tramonto e
solo nelle notti di luna piena, emettono uova e spermi in una danza che vede la
femmina tracciare dei cerchi luminosi con luce continua e il maschio
raggiungerla emettendo dei segnali-luce intermittenti. Alla minima interruzione
del segnale luminoso da parte della femmina, il maschio, disorientato, non la
riconosce più; solo alla ripresa del segnale luminoso, il maschio, raggiunta la
femmina comincerà ad emettere i gameti (spermi).
Dott.
Giovanni Musumeci
UN MARE DI CHIMICA
Molti
comportamenti degli animali marini non avevano trovato una spiegazione fino a
quando non si scoprì, mediante sofisticati mezzi d’analisi chimiche, la presenza
in mare di alcune sostanze emesse da essi stessi. L’uso della chimica è molto
diffuso tra gli organismi marini che usano svariate sostanze per comunicare,
nutrirsi, difendersi, riprodursi e addirittura per trovare casa.Un esempio che
ci interessa direttamente con il sopraggiungere dell'estate è l'incontro con le
'' odiate meduse''.Chi di noi nel farsi una nuotata non è stato mai sfiorato dai tentacoli delle meduse,almeno
una volta nella vita?Conosciamoli meglio:Questi animaletti che a volte possono
raggiungere discrete dimensioni,sono celenterati a cavità raggiata.Denominati
anche acalefe (da "akalephe", ortica, perché irritano la pelle)
sono composte da una delicata gelatina con composizione del 98-99% di H20. Chi ha visto
delle Meduse spesso non ha visto le masse informi gelatinose, subito
"liquefatte" una volta arenate su una spiaggia. Anche quando, da una
barca, se ne scorgono, nell'acqua limpida, non si può non cogliere la grazia
meravigliosa delle loro frange e dei filamenti, l'agilità delle contrazioni
della loro ombrella che le fa muovere per "propulsione". Non solo è
difficile catturarle senza lacerarle, ma è perfino impossibile mantenerle vive
anche un solo giorno in un acquario. Tuttavia le conosciamo abbastanza per
riconoscervi lo schema tipico del Celenterato: una cavità, un'apertura e,
attorno a questa, dei tentacoli. Le meduse, soprattutto con i loro filamenti, possono causare
bruciore e dolore terribile.E' infatti con questi filamenti che esse catturano
le loro prede. E' sorprendente il fatto che certi pesci siano immuni da questi
veleni; anzi si mettono al riparo dai nemici proprio sotto la campana di certe
Meduse e depongono perfino le uova in questo inverosimile nido, per far sì che
i loro piccoli sguscino sotto la protezione di questa "nutrice"
velenosa; è il caso dei giovani di sugarello che nei nostri mari stanno sotto
le grosse Rizostomee.La più comune nelle nostre coste è Pelagia noctiluca. Piccola, ma terribile, detta anche «medusa
luminosa» perchè di notte brilla.
Le
sue dimensioni sono ridotte, con un cappello di soli 10 centimetri e tentacoli
esili e lunghissimi che provocano fastidiose dermatiti Secondo studi eseguiti dai
massimi esperti,le invasioni delle meduse avrebbero un andamento ciclico:
ogni 12-13 anni circa tornebbero a tormentare i bagnanti. L'ultima loro
apparizione si verificò nel 1992 e questo ci spiega la loro presenza numerosa
ad iniziare dall'estate 2003. I RIMEDI - Secondo i medici, oltre alla canonica ammoniaca,
appena «punti» conviene sciacquare la parte dolente con acqua
salata, oppure utilizzare impacchi di aceto o bicarbonato.
Sconsigliato,l'alcool che può stimolare l'apertura dei nematocisti,
le cellule urticanti presenti soprattutto nei tentacoli. Da
evitare, il ghiaccio e le frizioni di sabbia. Vietato grattarsi
perchè così facendo, stimoliamo l'attività muscolare e la messa in circolo più
velocemente del «veleno». Utili, ma da usare dietro consiglio medico, le pomate al cortisone.
Dott. Giovanni Musumeci
21 giugno 2006
Sequestrati in poche settimane 250 Km di
reti illecite dalla Guardia di Finanza. L'anno scorso requisiti 800 Km. La
denuncia del Wwf. LEGAMBIENTE: «Un'emergenza»
Duecentocinquanta
chilometri di reti spadare sequestrate e trenta pescherecci sanzionati. È questo il
bilancio della campagna promossa dalla Guardia Costiera dal 18 marzo scorso ad
oggi con 24 motovedette e 12 aerei. Un'attività capillare e intensa su tutte le
acque meridionali della Penisola, dove si sono svolte 16 operazioni mirate per
contrastare l'uso illegale di questi attrezzi, messi al bado dall'Ue dal 2002.
Una battaglia che l'anno scorso ha portato al sequestro di 800
chilometri di rete, che costituiscono una delle maglie della pesca illegale
contro cui, sempre nel 2005, sono stati impiegati 1300 uomini. Si tratta di un
bollettino di guerra ormai quotidiano, dove tra le vittime delle reti spadare
calate in mare aperto da potenti pescherecci, si contano tartarughe, piccoli
delfini come le Stenelle, ma anche cetacei molto più grandi come i Capodogli e
le Balenottere presenti nel Mediterraneo. Lunghe fino a 20 chilometri e larghe
fino a 30 metri, queste reti in nailon molto resistente provocano il cosiddetto
“effetto muro”, danneggiando non solo le specie accessorie, ma anche quelle di
interesse commerciale, perché ad essere catturati sono pesci di taglia sempre
più piccola, cosa che va ad impoverire ulteriormente il mare. Non essendo un
atrrezzo selettivo, la loro efficacia è del 18% circa e qiindi oltre l'80% del
pescato è inutile.
A denunciare questa grave situazione è il Wwf Italia che, per la strage
dei "fratelli minori" chiede sanzioni più severe e più denunce per
chi infrange la legge comunitaria. È l'unica via per fermare la pesca illegale
e per questo l'associazione si schiera a fianco dei pescatori che rispettando
la legge e con Guardia di Finanza e Capitanerie di Porto che si impegnano a
difendere il mare. Ma il Wwf Italia fa di più: chiede alle associazioni di
pescatori “un atto di responsabilita” denunciando quel ristretto numero di
operatori che ancora infrange la leggé.
La risposta delle associazioni di categoria. Per Federpesca si tratta di
«convocare appena possibile un Tavolo di confronto, informazione e
sensibilizzazione sui pescatori che in passato hanno utilizzato le reti
derivanti, affinché venga definitivamente introitata non solo l'effettività
della norma sul loro divieto, ma soprattutto condivisa la ratio che sottende alla
politica comune della pesca». L’Agci-Agrital denuncia: «È da anni che
dichiariamo l'impraticabilità di una pesca che é e rimarrà illegale». E Lega
Pesca e Federcoopesca si dichiarano sostenitori delle regole, come la
stragrande maggioranza dei pescatori italiani.
BAGNARA CALABRA
Rientrata
la protesta
I pescatori
tolgono il blocco nel pomeriggio in attesa
di un incontro
con il prefetto De Sena.
L'Enpa chiede
al governo il rispetto delle norme europee.
Fonte: Il Quotidiano
della Calabria del 15/6/2006
Per un giorno ed una notte hanno trasformato la stazione
ferroviaria di Bagnara in una casa cielo aperto. Ieri pomeriggio, poco dopo le
17 e 30, accogliendo le richieste dei mediatori della Digos e dell'Arma dei
carabinieri, i pescatori di Marinella hanno staccato gli striscioni. La
protesta, per il momento, è rientrata. Nella giornata di domani una
rappresentanza dei manifestanti verrà ricevuta dal prefetto di Reggio Calabria,
Luigi De Sena, presso il palazzo di governo. Al rappresentante del governo in
territorio reggino sarà demandato un tentativo di conciliazione. L'ennesima
"gatta da pelare" per l'ex vice capo della polizia da quando siede
negli uffici di piazza Italia. Con la fine della protesta è tornato alla
normalità anche il traffico ferroviario lungo la linea tirrenica calabrese. A
Bagnara come a San Lucido, dove ieri pomeriggio era ripartita la contestazione.
Il blocco partito martedì segue di alcuni giorni la prima protesta scoppiata il
24 maggio scorso. Identica la motivazione posta a sostegno delle manifestazioni
di protesta. Le restrizioni imposte dalla Comunità europea, per regolamentare
il settore della pesca, non sono più sopportabili. I costi sono troppo alti,
rispetto agli introiti. Sul mercato pesa tantissimo l'ingresso di pesce
importato dalla Spagna e dal Marocco. Un prodotto acquistabile a prezzi ridotti
sulla vicina piazza messinese e rivenduto a costi concorrenziali. L'invito ad
una pronta risoluzione della vertenza è stato spedito ai rappresentanti della
classe politica locale e nazionale. Una voce fuori dal coro, però, giunge
dall'Enpa (l'Ente nazionale per la protezione degli animali). "La protesta
minacciata dai pescatori di Bagnara Calabra - ha detto Aldo Pirillo - sarebbe
uno sconsiderato atto contro la natura e un segnale di disprezzo per il futuro
dell'uomo". "Chiediamo - ha concluso Aldo Pirillo - al Governo un
giro di vite e una particolare attenzione alle norme comunitarie: basta con i
metodi di pesca che impoveriscono il mare e che rischiano di consegnare alla
future generazioni un ambiente marino depauperato e profondamente alterato a
causa dell'egoismo umano"
Uso delle reti spadare: Oceana lancia il monitoraggio
Fonte: Denaro.it
dell'1\6\2006
Una campagna di
monitoraggio contro l’uso delle spadare nel Mediterraneo è stata lanciata
dall’organizzazione ambientalista internazionale Oceana. In una nota diffusa
ieri dalla sede di Madrid, l’organizzazione informa che la nave di ricerca
“Oceana Ranger” é salpata dall’isola d’Elba per dirigersi nelle zone di pesca
di Italia, Spagna e Francia dove decine di pescherecci continuano a usare le
spadare, le reti derivanti il cui impiego é stato vietato dall’Unione europea
già dal 2002. Un divieto, prosegue la nota, “nato dalla scarsa selettività di
queste reti e dal numero di catture accidentali che provocano causando la morte
di decine di migliaia di delfini, capodogli, balene, squali e tartarughe
marine”. Molte di queste specie, in pericolo di estinzione, sono protette dalla
normativa europea e da altre istituzioni internazionali. La flotta italiana di
spadare, secondo l’organizzazione, ha incassato oltre 2 milioni di euro in
contributi per la riconversione delle reti con altre più selettive. Nel corso
della campagna 2005 Oceana ha denunciato come molti degli armatori dei
pescherecci, pur avendo percepito i contributi, hanno continuato ad utilizzare
le stesse reti. Le spadare possono arrivare a 20 kilometri di lunghezza e 30
metri di altezza e sono destinate alla cattura del pescespada, sono definiti
“muri della morte” che causano peraltro un super sfruttamento de specie. Nel
criticare “il decreto emesso dal neo ministro Paolo di Castro” che, secondo
l’organizzazione “crea maggiore confusione nell’applicazione del regolamento
europeo, Oceana avverte che, nel corso della campagna di monitoraggio nelle
acque e nei porti del Mediterraneo occidentale, registrerà e filmerà i
pescherecci sorpresi a violare la normativa europea in materia. Le informazioni
saranno poi trasmesse “ai governi responsabili e soprattutto alle istituzioni
dell’Unione europea, al Parlamento, alla Commissione e agli uffici repressione
frodi”.
01.06.06
OCCHIO ALLE COSTE…
G.M.
La
Costa Viola, un'area che va da Villa San Giovanni passando per Bagnara fino a
Palmi
In questi giorni è
partita, dalla località Cetraro (Cs) la campagna regionale, '' Occhio alle Coste, di Goletta Verde, che
navigherà le coste calabresi. Con il fine di evidenziare gli ecomostri a ridosso delle coste, sempre più conseguenza, dell'effetto antropico.Nello stesso
tempo ogni tappa, sarà occasione di
promozione dei prodotti tipici
locali e di progetti ecosostenibili
finalizzati alla salvaguardia dell'ecosistema marino costiero.........In
occasione della tappa a Bagnara Calabra del 4 giugno, ci sarà un dibattito ''
La costa viola e il settore pesca locale'' .Con la partecipazione di
rappresentanze politiche comunali e provinciali e delle cooperative della
marineria bagnarese.Il responsabile nazionale di Legambiente, settore Mare,
Sebastiano Venneri, parlerà della questione Spadare e prospettive di soluzioni
nel quadro comunitario europeo.
01.06.06
La posidonia
oceanica
L'importanza della posidonia oceanica nel preservare l'ecosistema
marino
costiero in fatto di biodiversità e di protezione deI litorali sabbiosi
di Giovanni
Musumeci
Un litorale sabbioso non è altro che un sistema ambientale dotato
di un equilibrio dinamico alquanto precario, con una erosione delle linea di
costa che “dovrebbe” essere bilanciata da un deposito di materiale lungo la
stessa linea di costa. L’erosione avviene ad opera dell’energia meccanica del
mare mentre il deposito di materiale ad opera dei corsi d’acqua esistenti che
sfociano in mare. Oggi per cause sempre di più antropiche sul territorio, il
materiale eroso è nettamente maggiore rispetto a quello depositato, conseguenza
arretramento della linea di costa e
costante erosione dei lidi sabbiosi. L’intervento dell’uomo è spesso necessario
per evitare la progressiva erosione delle coste e preservare i beni sulle aree
litoranee. Ma molto spesso si sceglie di intervenire con metodologie sempre di
più artificiali e sempre di meno naturali. Le opere di difesa costiere sono
rappresentate da moli portuali, scogliere frangiflutto e pennelli che da un lato, attenuano
l’azione del mare ma dall’altro determinano l’arresto della deposizione della
sabbia, in particolare, nelle zone a monte delle strutture. Allora, perché
non considerare, a supporto di queste difese artificiali, anche sistemi
naturali? Un esempio è la Posidonia Oceanica. Identikit: Posidonia
Oceanica, fanerogame marina, strutturata in radici, fusto (immersi nel
sedimento e detti anche rizomi) e fiori. I rizomi terminano superiormente in
fasci di foglie (da 4 ad 8) larghe 1 cm e lunghe da 20 cm a 1 m. Forma distese
di praterie, produce 14 litri di ossigeno al giorno per m2,
rappresenta il cibo e il rifugio per la fauna marina, il luogo di riproduzione
ed ‘’incubatrice” per le uova dei pesci, inoltre sistema naturale, di
protezione della linea costiera, contro l’idrodinamismo ed il fenomeno
dell’erosione costiera. E’ stato infatti stimato che le regressione
di un solo metro di praterie di P.oceanica può provocare la perdita di 15-18 m
di litorale sabbioso. Preservare là dove ancora esiste o
reimpiantare la Posidonia Oceanica, su popolamenti ormai scomparsi,
attraverso la messa a dimora di talee di P.oceanica, rappresenta l’unico
sistema di difesa dall’erosione costiera, insieme al deposito regolare, dei
fiumi in mare, per stabilizzare un equilibrio costiero sempre più fragile.
01.06.2006
LA RETE FERRETTARA NEL QUADRO COMUNITARIO EUROPEO
La “Ferrettara” è una piccola rete da pesca derivante non
d'altura. Le ferrettare recuperano in Italia la lunghezza “europea” di 2,5 Km,
la maglia massima di 180 mm e potranno essere impiegate fino a 10 miglia dalla
costa. Cadono finalmente i limiti posti a questo attrezzo dal DM del 14 Ottobre
1998 (che imponeva la lunghezza massima di 2 Km, una maglia massima da 100 mm e
l’impiego entro le 3 miglia dal 1° Gennaio 2002) con cui l’Italia superava in
senso restrittivo la norma europea, per allontanare le caratteristiche di
questo attrezzo da quelle delle “spadare”, le grandi reti derivanti bandite
dall’Europa nel 1997 con quello che la cooperazione della pesca continua a
definire “un grande imbroglio”. Le
ferrettare, piccole derivanti usate da migliaia di imprese del Mezzogiorno, non
hanno mai presentato il problema delle cattura accidentale di mammiferi marini
ed erano state assegnate a compensazione a chi avrebbe cancellato dalla licenza
di pesca l’attrezzo denominato spadara nell’ambito del piano di riconversione.
Ma l’uso distorto di queste reti contestato ad alcune imbarcazioni (che
continuavano in realtà ad utilizzare spadare) facevano scattare una
penalizzazione generalizzata che portava a colpire questo sistema di cattura
con norme così restrittive da azzerarne la redditività, colpendo anche quanti
operavano nel pieno rispetto delle regole. Con il provvedimneto approvato
all’unanimità dalla Commissione Consultiva Centrale della Pesca e firmato oggi
dal ministro De Castro, è stato quindi
recuperato quel margine possibile di operatività delle ferrettare invocato da
anni dalle Associazioni cooperative,
indispensabile per migliorare l’economia di tante imprese di pesca che
l’aumento continuo dei costi di esercizio,
ed in particolare del gasolio, sta mettendo in ginocchio. Rimangono
peraltro limiti tali, primo tra tutti il divieto di cattura del pesce spada
imposto a tutte le reti derivanti dal Regolamento comunitario 1239/98, da
garantire l’uso di questo attrezzo in modo esente da qualsiasi rischio di
aggiramento delle norme sulle spadare. “Abbiamo chiesto ed ottenuto il massimo ottenibile nei limiti
imposti dalla normativa comunitaria, recuperando la redditività di un sistema
di pesca ingiustamente colpito anni fa da una impropria caccia al furbo - hanno
dichiarato al termine della Commissione i Presidenti delle Associazioni
cooperative Buonfiglio, Coccia e Ianì -
ed esprimiamo la nostra soddisfazione
per veder colta,nelle parole del Ministro De Castro, l’esigenza di affrontare
seriamente l’acuto disagio sociale che viene espresso anche in queste ore in
molte marinerie del Sud. Siamo fiduciosi sulle iniziative in tal senso, in
quanto convinti che qualsiasi misura non potrà che essere improntata al
rigoroso rispetto delle regole, che nessuna forma di protesta potrà annullare”.
Fonte: www.legapesca.coop
Area della conoscenza paesaggistica http://www.lacostaviola.com/
Studio I.F.F. Fiumara Sfalassà http://www.comunebagnara.it/turismo/fiume.asp
Il pesce dimenticato http://www.comunebagnara.it/ link Gourmet del mare
Progettazione Itinerari Turistici Costa
Viola e valorizzazione dei luoghi
naturali
(R.C.) www.lacostaviola.com
Curriculum Vitae
Giovanni Musumeci
Dott. Scienze Naturali , Esperto in
Ecosistemi terrestri marini-costieri
Corsi e seminari
Seminario Strategie Comuni per un’offerta Turistica di
Qualità (23-03-06 Palmi)
Strategie per una riqualifica della Costa Viola ( 12-11.05 Palmi)
Lo stretto di Messina: un
ecosistema marino in pericolo
(16-03-05 Messina)
La politica comunitaria per una gestione integrata ecosostenibile delle
zone costiere ( 18-03-05 Messina)
Biodiversità e applicazioni biotecno
dei batteri termofili marini ( 11-03-05 Messina)
Sistemi di
recupero e riqualificazione ambientale con l'uso dell'ingegneria naturalistica(
05-03-04 Scilla)
Corsi di formazione
Interprete naturalistico all’interno
dell’area Reggino versante tirrenico (11.2005 – 03.2006 R.C.)
Educatore ambientale ( 02.12.04 –
05.01.04 Rispescia (Gr) )
Buona conoscenza della lingua Inglese
Uso del PC e del
sistema operativo Windows 9x e XP; esperienza con tutti i packages in ambiente
Windows
(Word, Excel, Access). Patente ECDL di informatica