
Più avvincente di un romanzo di avventure. Un anno di esaltazione letteraria ed estetica, conquiste e pirateria . Leggi su Colombo nella rubrica “L’opinione Economica” il mio articolo “Fiume città di vita”, ricostruzione storica su D’Annunzio a Fiume (segue un estratto).
A 50 km da Trieste, Rieka è l’antica Fiume italiana. Alla fine della prima guerra mondiale fu assegnata alla Croazia dal patto di Londra. D’Annunzio, che non si rassegnava, la occupò a capo di un gruppo di arditi il 12 settembre 1919, e la proclamò “città di vita” sede raffinata delle arti e della musica , capitale d’Italia sul Quarnaro. “Cosa fatta capo ha.” Il Vate incantava la popolazione che lo osannava. Proclamava la giustizia e la libertà, creò un immenso teatro aperto a tutti, parlava di aiutare le nazioni povere. La città fu uno spettacolo indimenticabile per i numerosissimi visitatori che accorrevano attratti dal clima festaiolo. D’Annunzio si recava ogni sera con la sua amante di turno presso il suo locale preferito “L’Ornitorinco” a bere champagne e festeggiare fino all’alba.
I militari di truppa non tardarono a seguire lo stile di vita decadente del loro leader. La città divenne rapidamente sinonimo di immoralità. Le droghe , in particolare la cocaina, erano di uso comune. Il poeta aveva un costante rifornimento di donne per soddisfare i propri appetiti sessuali: Nei Taccuini annotava sfacciatamente e pubblicamente “la carne esotica” , le donne della cui compagnia aveva goduto. Sembra che anche lui, in questo periodo, abbia assunto droghe. Si pensava che i discorsi capricciosi e scandalosi del Vate derivassero da una malattia venerea. Si scrisse di lui: “le continue orge del Poeta e la malattia di cui costantemente si riferiva che stesse soffrendo condizionarono il suo cervello tanto da renderlo irresponsabile sia per le sue parole che per le sue azioni”. Gli arditi omosessuali potevano passeggiare mano nella mano per recarsi in collina al crepuscolo. Le uniformi dei legionari erano spesso personalizzate. “Mantelli, piume, fluenti cravatte nere e daghe romane erano universali. Alcuni che avevano il pizzo si erano rasati completamente in modo da assomigliare al comandante. Altri si erano fatti crescere capelli lunghi che ricadevano sulla fronte e indossavano un fez nero.
”L’Italia era in grave imbarazzo con i suoi partner europei, per non aver rispettato gli accordi presi e invitò più volte D’annunzio a ritirarsi. D’Annunzio cercava finanziamenti e alleanze. L’amico Mussolini in tale occasione gli voltò le spalle.Usò i soldi, raccolti per la causa di Fiume con una sottoscrizione sul suo giornale, per pagarsi la propaganda elettorale. Pubblicò il suo carteggio con D’Annunzio, per sfruttare il largo credito di cui quest’ultimo godeva presso una vastissima platea di intellettuali, eliminando le parti dove il Vate lo accusava di tradimento e di viltà. D’Annunzio definì il fascismo movimento rozzo e “privo di stile” che peccava di fanatismo e scelse di andare “verso la vita, a sinistra” .
L’avventura di Fiume finì nel “Natale di sangue” del 1920 , quando il Governo italiano mandò la corazzata Andrea Doria a cannoneggiare il Palazzo del Governo. D‘Annunzio rimase ferito alla testa dai calcinacci. Il Vate si ritirò con pochi fedeli sul Garda nel Vittoriale degli Italiani.
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